La Cina riunisce i cinque paesi dell’Asia centrale per un vertice segnato dall’assenza della Russia. Pechino si afferma come potenza regionale dominante approfittando del fatto che la Russia è occupata dalla sua guerra in Ucraina, scrive Pierre Haski.
Xi’an, Cina, 18 maggio 2023. Il presidente kirghiso Sadyr Japarov e Xi Jinping al vertice dell’Asia centrale.Li chiamano i cinque “stan”: Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan. Questi paesi, che un tempo facevano parte dell’Unione Sovietica, oggi sono al centro di una zona strategica compresa tra Cina e Russia.
Non si tratta di un voltafaccia né tantomeno di una rottura, ma di un processo di riequilibrio alla luce di una nuova situazione regionale in cui l’ascendente cinese è una realtà innegabile. Eppure a margine della riunione, in privato, un rappresentante ufficiale di Pechino ha ammesso che un vertice tra i paesi dell’Asia centrale e la Cina, senza la Russia, di sicuro non farà piacere a Putin.La scelta di Xi’an come sede dell’evento è un simbolo voluto.
Oggi Pechino assume senza esitazioni la leadership regionale, approfittando del fatto che la Russia è occupata su un altro fronte. La geografia, l’economia e l’indebolimento russo spingono le cinque repubbliche tra le braccia di Pechino.
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