L’Italia è il paese dei 1000 campanili. Per la loro altezza e la posizione centrale dagli anni 2000 sono stati scelti per l’installazione di antenne telefoniche. L’ente ecclesiastico incassa un canone dalle aziende di telecomunicazioni: questo comporterebbe l’uso del campanile per finalità commerciali e la perdita dell’esenzione fiscale dedicata agli immobili della chiesa destinati al …
Per la loro altezza e la posizione centrale dagli anni 2000 sono stati scelti per l’installazione di antenne telefoniche. L’ente ecclesiastico incassa un canone dalle aziende di telecomunicazioni: questo comporterebbe l’uso del campanile per finalità commerciali e la perdita dell’esenzione fiscale dedicata agli immobili della chiesa destinati al culto.
Per questo la Conferenza episcopale italiana ha invitato i parroci a tutelare l’esclusività del luogo sacro. Alcuni hanno rispettato la direttiva, come è accaduto ad Acireale, altri meno. Da un lato c’è il caso di Pontedera, in Toscana, dove il parroco, con l’approvazione dell’arcidiocesi di Pisa, ha acconsentito all’installazione di due antenne della telefonia mobile sul campanile del duomo, prima nel 2000 e poi nel 2016. Qui la parrocchia riceve un canone di locazione e paga le tasse.
Dall’altro però c’è il caso di Treviso, dove Tim, Vodafone, Wind3 e Illiad hanno installato, attraverso Inwit e Cellnex, le società di telecomunicazioni proprietarie dei dispositivi, le antenne della telefonia mobile su ben cinque campanili: quattro di proprietà della diocesi e uno di proprietà comunale.
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