Ha aperto la prima chiesa evangelica per persone transgender in Brasile. Oltre a dire messa, cerca di dare un sostegno materiale agli abitanti di São Paulo più poveri ed emarginati. L'articolo di Republik:
Jacque Chanel si sistema il vestito nero, raddrizza la parrucca bionda e cammina sui tacchi a spillo verso il piccolo altare davanti all’albero di mango. Con gli occhi socchiusi, comincia a parlare sonoramente al microfono: “Grazie, Signore, perché ci fai sentire la tua forza”.
In un paese in cui i fondamentalisti pentecostali sono più influenti e numerosi di prima, la chiesa di Chanel è il simbolo di un piccolo ma attivo movimento antagonista. E la sua lotta riflette alcuni conflitti fondamentali della società brasiliana su cosa sia la fede, su come dovrebbe essere la chiesa del ventunesimo secolo e su chi ne dovrebbe fare parte.
È nata nel 1964 a Belém, una città con più di un milione di abitanti nel nord del paese. Ha sempre saputo di essere una donna, anche da bambino. Quando aveva tredici anni sua madre, una donna molto religiosa, ha preparato una valigia e l’ha portato da un pastore. “Voleva che Gesù mi guarisse”, dice Chanel.
Ha sofferto molto. Eppure non sembra amareggiata quando parla del suo passato. Ha un carattere sereno, quasi stoico, non le è mai venuto in mente di allontanarsi dalla religione. Ma il fatto di non avere per tanto tempo un luogo in cui professare la sua fede l’ha lasciata con un grande vuoto. Un vuoto che ha quasi rischiato di distruggerla.
Chanel vive in una casa occupata in un quartiere a nord di São Paulo. Il blocco di cemento costruito a metà si vede anche da lontano. Doveva essere un hotel di lusso, ma il proprietario è andato in bancarotta durante i lavori. L’edificio di quindici piani è rimasto vuoto per anni prima che ci si trasferissero delle famiglie povere. Alcuni bambini giocano a calcio lì davanti, si sente un miscuglio di francese e creolo.
Dopo una serie di scandali per corruzione e una grave crisi politica, nel 2014 il Brasile è scivolato in una recessione economica da cui non si è mai veramente ripreso. Poi la pandemia ha peggiorato la situazione. Tante famiglie vivono nelle tendopoli o per strada. Secondo gli studi, 33 milioni di brasiliani fanno fatica a procurarsi da mangiare.
In Brasile ci sono pochi posti in cui le persone trans si sentono veramente al sicuro. Tra questi c’è Casa Florescer, un’organizzazione fondata nel 2016 per accogliere i senzatetto trans di tutta l’America Latina. Alcune donne ci rimangono per mesi, altre solo pochi giorni. Ci sono psicologi e assistenti sociali, la struttura è sorvegliata 24 ore su 24.
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