Il marchio indelebile della guerra negli scatti del fotografo ucraino Dondyuk L’artista ha documentato un decennio di storia del suo Paese. «L’obiettività non ha senso. Voglio trasmettere tutto il dolore e la sofferenza nel modo più emotivo» | VonCaste
Il marchio indelebile della guerra negli scatti del fotografo ucraino DondyukL’artista ha documentato un decennio di storia del suo Paese, dalla rivoluzione del Maidan all’invasione russa. «L’obiettività non ha senso. Voglio trasmettere tutto il dolore e l’orrore della sofferenza nel modo più emotivo possibile», dice a Linkiesta. Le sue opere sono in mostra a TrevisoLa guerra lascia un’orma indelebile su tutto ciò che tocca.
A un certo punto, quando vivevo con i manifestanti in Piazza Indipendenza, dimenticavo il luogo, il tempo e la causa di quanto stava avvenendo e mi sentivo trasportato in un posto fantasmagorico che ricordava le orribili battaglie delle guerre del passato. Ciò che ho provato a catturare era il più astratto, universale conflitto che era messo in scena, tra luce e ombra, tra lo spesso fumo nero e il candore della neve di febbraio e, in un certo senso, tra il Bene e il Male.
Io e mia moglie siamo basati a Leopoli, Ucraina occidentale. Avevamo affittato un appartamento qui pochi mesi prima della guerra, per lavorare al. Prima abbiamo vissuto in Asia, in Tailandia e Vietnam, per tre anni. Ma dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha lanciato l’invasione su larga scala dell’Ucraina, passo quasi tutto il mio tempo a documentare la guerra e le sue conseguenze.
Nel biancore accecante della neve, tra rovine e rottami, molti scatti restituiscono le cicatrici della guerra, sia nella materia sia nel paesaggio e, soprattutto, sui civili. Spesso si dice che il giornalismo sia un «parente povero» della Storia: per le sue fotografie sembra vero il contrario, sono Storia che si realizza. È d’accordo?
La propaganda usa sempre la fotografia documentaristica, ma la fotografia in sé non ha effetto sulla propaganda. Ciascun campo può usare la fotografia per i suoi scopi. Infatti, non credo non esista una cosa come la propaganda: ce n’è una occidentale, ucraina, americana e così via. In tempi di guerra, nessun governo enfatizzerà mai un punto che non gli sia favorevole. Sogno di vivere in un mondo dove non ci siano divisioni nazionali né religiose.
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