Nella maggior parte degli ascoltatori suscita piacere e conforto, mentre in alcune persone risveglia ricordi troppo dolorosi
: da un lato ci sono gli appassionati delle canzoni lacrimevoli, che schiacciano il tasto “play” per ricavarne piacere e conforto; dall’altro lato, invece, ci sono coloro che le evitano premendo ripetutamente il tasto “skip” perché l’ascolto suscita in loro ricordi troppo dolorosi, come la separazione dal partner o la perdita di una persona cara.
Queste informazioni saranno molto preziose, non tanto per i discografici e i deejay, quanto per gli specialisti che usano la«I risultati che abbiamo ottenuto – spiega il coordinatore della ricerca, Tuomas Eerola dell’Università di Durham – ci aiutano a capire meglio come le persone regolano l’umore con l’aiuto della musica e come la musicoterapia può inserirsi in questo processo che porta benessere e sollievo.
I dati indicano che il piacere generato dalla musica triste non cambia a seconda del sesso e dell’età dell’ascoltatore, anche se l’esperienza e i gusti musicali in qualche modo influiscono: accade così che siano gli anziani a provare più sollievo con la musica malinconica, mentre
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