L'imprenditore era presidente di Visibilia Editore, la società ceduta da Santanchè
Nessuna patologia grave per Luca Ruffino. Il manager lombardo, presidente di Visibilia Editore, che si è suicidato sabato 5 agosto, non aveva malattie rilevanti. Sono i primi risultati dell'autopsia sul corpo dell'imprenditore, disposta dalla procura di Milano che ha aperto un'inchiesta per istigazione al suicidio.
L'esito mette un punto alle illazioni che si erano diffuse dopo la tragedia sulla salute di Ruffino. In particolare, un'intervista a un conoscente, rimasto anonimo, che aveva raccontato di una confidenza sulla recidiva di un tumore. Circostanza negata con convinzione dai familiari e dai medici di Ruffino.
L'esito dell'autopsia A quanto appreso dall'Ansa, dall'autopsia non sarebbe emerso"nulla di rilevante". Accertare la presenza o meno di malattie gravi, che potrebbero aver spinto l'imprenditore a togliersi la vita, era uno dei quesiti posti dalla Procura agli esperti dell'Istituto di Medicina Legale di Milano. L'esame è stato disposto nell'ambito dell'indagine per 'istigazione al suicidio' a carico di ignoti.
Per ricostruire il quadro in cui è maturata la scelta di togliersi la vita, gli inquirenti ritenevano utile sapere se Ruffino soffrisse di una malattia grave, come riferito da alcune persone. All'autopsia non ha partecipato il legale che assiste i familiari, l'avvocato Fabio Re Ferre', che ha detto di non avere nominato un consulente avendo"piena fiducia nella scrupolosità della Procura".
Nei biglietti lasciati ai familiari Ruffino aveva fatto riferimento alla fatica degli ultimi anni."Ho accumulato tensioni e sofferenze che hanno saturato i miei spazi. Vi chiedo scusa", c'è scritto in un messaggio.
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