Quarant’anni dopo la fine del regime, il fotografo Eduardo Longoni racconta gli anni della dittatura: «Le Madri? Ero come un figlio per loro. Sono state le più coraggiose. Oggi continuano a essere il faro che illumina la lotta contro le ingiustizie del potere»
I cavalli della dittatura militare attaccano un gruppo delle Madri di Plaza de Mayo durante una marcia. Buenos Aires, 5 ottobre 1982, Eduardo Longoni il governo de facto avvia quello che i militari chiamano il «Processo di Riorganizzazione Nazionale» contro la sovversione, Eduardo Longoni si ritrova con amicie una macchina fotografica in mano per ribellarsi al regime.
«Andavo alla marcia del giovedì e le Madri mi chiedevano le foto stampate. Volevano farle pubblicare dalla stampa internazionale, inviarle all’estero, così le nascondevano nelle valigie della gente a loro vicina che partiva per l’Europa e il Centro America. Le foto arrivavano soprattutto in Messico, Spagna e Francia, dove vivevano molti argentini in esilio, ma anche in Italia, Germania, Belgio, Svezia. Le Madri si sentivano protette dalle macchine fotografiche».
Una delle abituali marce del giovedì delle Madri di Plaza de Mayo davanti alla Casa del governo. Buenos Aires, settembre 1982, Eduardo Longoni«Gli ho scattato molte foto, ma non ci ho mai parlato e non gli riconosco alcuna qualità umana. Era un assassino, si sentiva un essere superiore, il salvatore del Paese che stava liberando l’Argentina dal mostro del comunismo.
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